CERCA NEL SITO

sindrome-di-asperger.jpg

Giornata Mondiale della Sindrome di Asperger – Intervista Dott. Federico Mantile

Le persone con la Sindrome di Asperger presentano una vasta sintomatologia: sono sensibili ai rumori, non amano posti affollati, non comprendono le metafore, non amano andare a scuola e hanno tantissime piccole manie. Molti noti geni della nostra storia ne soffrivano di come Mozart, Turing, Charles Darwin o Albert Einstein fino alla giovane attivista svedese contro i cambiamenti climatici Greta Thunberg.

Ma, che cos’è, quanto è diffusa, cosa comporta. In occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Asperger abbiamo posto queste e ad altre domande al Dott. Federico Mantile, Psicoterapeuta, Resp. N.O Neuropsichiatria Infantile DS 29 ASL Napoli 1 Centro.

1) Gentile Dott. Mantile, la Sindrome di Asperger è un grave disturbo dello sviluppo caratterizzato dalla presenza di  importanti limitazioni. Che cos’è?
 R.: Questa prima domanda mi permette di fare alcune precisazioni: il termine disturbo è sempre in relazione al contesto storico-culturale durante il quale viene effettuata una descrizione. In realtà la prima descrizione di queste persone così particolari fu di una neurologa russa, Ewa Ssucharewa, nel 1926, che lo definì “Disturbo schizoide della personalità”.  Hans Asperger, dal quale deriva l’eponimo “la sindrome”, ebbe il merito di aver effettuato osservazioni più dettagliate e perspicaci e che, piuttosto che schizofrenia, il profilo da lui studiato lo riteneva parte di ciò che attualmente chiamiamo spettro dei disturbi autistici.
Io sarei ancora più drastico e radicale e lo definirei un profilo di personalità che non sempre ha delle caratteristiche di disturbo (Steve Jobs ed Albert Einstein ne sono degli esempi).
2) Quanto è diffusa e quali sono i sintomi o i comportamenti che potrebbero destare sospetto?
 R.: Le statistiche sono molto discrepanti da studio a studio, diciamo che i disturbi dello spettro autistico vanno da 1 ogni 60 ad 1 ogni 100 nati e di questi tra 1/4 ed un 1/5 sono da riportarsi alla sindrome di Asperger, molti perfettamente integrati e probabilmente non diagnosticati.
La Società italiana di NeuroPsicoFarmacologia recentemente ha affermato che tra Asperger ed ADHD (in comorbilità) vi siano circa 300.000 diagnosi in Italia, ma ben un milione e mezzo di adulti ne sarebbero affetti evidentemente non diagnosticati.
I comportamenti che più possono destare sospetti sono i ritardi della comunicazione/relazione/socializzazione, interessi assorbenti (per esempio giochi ripetitivi, propensione alla tecnologia ed al digitale), scarsa attitudine al gioco condiviso, scarsa tolleranza alle frustrazioni con scatti d’ira che talora appaiono immotivati, iperattività, un’alterazione della prosodia (tono monocorde, o cantilenante, o da “straniero” ecc.) del linguaggio, linguaggio bizzarro, comportamenti bizzarri che non tengono conto dei contesti, scarsa attenzione all’interlocutore o alle consegne/richieste.
3) A che età si manifesta maggiormente? E, cosa comporta? 
 R.: Ovviamente è una condizione presente sin dalla nascita, ma che si nota maggiormente con la mancata comparsa o alterazione di tappe fondamentali dello sviluppo pro-sociale, ossia nel periodo in cui ci si aspetta il linguaggio e questo è assente o alterato o bizzarro (alcuni presentano un linguaggio addirittura forbito e manierato).
4) C’è una predisposizione genetica, di sesso o ci sono delle cause scatenanti?
 R.: Per quanto al riguardo gli studi non sono univoci, nella mia esperienza pluriennale (30 anni da neuropsichiatra infantile) mi sono convinto di una certa predisposizione genetica; per quanto attiene al sesso, è prevalente nel sesso maschile. Le cause possono avere tutto al più un effetto amplificatore della condizione, per esempio lasciare il bambino da solo davanti alla TV per ore o col cellulare, tablet e videogiochi aggrava notevolmente il quadro e condiziona drasticamente terapie e percorso evolutivi.
5) La sindrome di Asperger è considerata da molti studiosi come una forma di autismo più lieve perchè questo tipo di disturbo è caratterizzato, tra le altre cose, da comportamenti ripetitivi. In cosa, però, si differenzia?
R.: Io sono tra quelli che ritiene una forzatura avere inserito tra i disturbi dello spettro autistico la Sindrome di Asperger solo per delle somiglianze sintomatologiche. Qui però, specifichiamo, parliamo di differenza fra autismo ad alto funzionamento, in quando per definizione l’asperger ha un buon funzionamento cognitivo (altrimenti sarebbe diagnosticato come disabilità cognitiva con sintomi dello spettro e non come asperger): banalmente il soggetto autistico ad alto funzionamento non ha alcuna motivazione a comunicare se non strumentalmente, mentre il soggetto asperger ha spesso una volontà ad interelazionarsi, ma non sa come fare, non coglie i doppi sensi, ha una visione rigida che gli impedisce di socializzare adeguatamente e ne soffre. Secondo me l’attuale nosografia andrebbe rivista.
6) Risulta fondamentale la diagnosi poiché non è una sindrome di facile interpretazione. Per farlo c’è bisogno di un team medico specialistico? Quali sono le difficoltà?
R.: Lo specialista più indicato è sicuramente il neuropsichiatra infantile che, per sua formazione opera all’interno di un team altamente qualificato con la presenza di psicologi dell’età evolutiva, assistenti sociali, logopedisti, psicomotricisti, educatori che s’interfacciano con scuola e famiglia. Ultimamente si stanno affiancando anche sociologi (a Napoli soprattutto) che hanno strumenti di lettura dei sistemi non sempre padroneggiati dai medici ed il cui coinvolgimento in queste tematiche è il benvenuto.

 

Leave a Comment